giovedì 23 gennaio 2014

IL 27 GENNAIO.... GIORNO DELLA MEMORIA... OLOCAUSTO... SHOAH

 UN SEGNO PER NON DIMENTICARE IL PIU’ GRAVE CRIMINE CONTRO L’UMANITA’                
« Chi salva una vita, salva il mondo intero » (Talmud)
Il museo Yad Vashem o Museo dell'Olocausto (Ebraico: יד ושם) è il memoriale ufficiale di Israele delle vittime ebree dell'olocausto fondato nel 1953 grazie alla Legge del memoriale approvata dalla Knesset, il parlamento Israeliano. Il nome del museo, che significa "un memoriale e un nome", viene dal libro di Isaia 56:5, dove Dio dice, "concederò nella mia casa e dentro le mie mura un memoriale e un nome ... darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato".
Il museo è composto da una sala memoriale, un museo storico, una galleria d'arte, una Sala dei Nomi, un archivio, "la valle delle comunità perdute" ed un centro educativo. Presso il museo esiste un Giardino dei Giusti, dove vengono onorati i Giusti tra le nazioni che, spesso a rischio della propria vita, salvarono degli ebrei dallo sterminio.
Un piccolo giardino ed una targa sul pavimento del museo, inoltre, sono dedicati ai cittadini di Le Chambon-sur-Lignon, località della Francia, che durante la Seconda guerra mondiale resero la propria cittadina un rifugio per gli ebrei in fuga dal Nazismo.
Dal 1964 al 2012 presso lo Yad Vashem risultano registrati oltre 500 giusti tra le nazioni di cittadinanza italiana.
·         la professoressa Maria Amendola.
·         il pastore avventista Daniele Cupertino, sua moglie Teresa Morelli, a Roma.
·         il pastore valdese Tullio Vinay, a Firenze.
·         don Vincenzo Fagiolo e il cardinale Pietro Palazzini collaborarono a Roma per salvare molti ebrei.
·         Carlo Angela, medico e antifascista piemontese (padre di Piero Angela) nascose nella sua clinica di San Maurizio Canavese numerosi ebrei e antifascisti, facendoli passare per malati. La sua azione è rimasta sconosciuta per mezzo secolo, fino a quando uno degli ebrei salvati da lui, Renzo Segre, l'ha raccontata nel libro Venti mesi (Sellerio, 1995).
·         Giacomo Bassi, segretario comunale in Lombardia, nascose una famiglia salvandola dalla deportazione.
·         Don Arrigo Beccari e il dottor Giuseppe Moreali nascosero un centinaio di bambini presso Nonantola. Furono i primi italiani registrati fra i Giusti. Dalla loro storia venne tratto il film Arrivederci Ragazzi.
·         Don Michele Carlotto dalle valli del Pasubio fece scappare in Svizzera una quarantina di ebrei slavi lì confinati.
·         Odoardo Focherini, assicuratore di Carpi, con l'aiuto di don Dante Sala mise in piedi un'organizzazione di salvataggio degli ebrei. Catturato dai nazisti e deportato, morì nel campo di concentramento di Hersbruck presso Flossenbürg. È stato beatificato nel 2013.
·         Monsignor Giuseppe Placido Nicolini, vescovo di Assisi, e don Aldo Brunacci nascosero 300 ebrei.
·         Don Beniamino Schivo, canonico della basilica cattedrale di Città di Castello e rettore del seminario diocesano, salvò una famiglia ebrea anche grazie all'aiuto delle suore Piccole Ancelle del Sacro Cuore.
·         Giovanni Palatucciquestore di Fiume, in cui egli aiutò gli ebrei dopo le leggi razziali fasciste del 1938 e ne salvò 5000 durante la guerra, fino all'arresto da parte dei nazisti: morì in campo di concentramento a Dachau. La Chiesa cattolica lo ha proclamato Servo di Dio.
·         Don Arturo Paoli salvò una coppia di ebrei a Lucca.
·         Giorgio Perlasca, commerciante padovano, contribuì a salvare numerosissimi ebrei a Budapest spacciandosi per un diplomatico spagnolo. Sulla sua storia il giornalista Enrico Deaglio ha scritto il libro La banalità del bene (ISBN 88-07-81233-9), da cui è stato tratto il film per la televisione Perlasca - Un eroe italiano.
·         Francesco Repetto, presbitero.
·         Raimondo Viale, presbitero.
·         Gino Bartali, ciclista, trasportò, all'interno della sua bicicletta, dei documenti falsi per aiutare gli ebrei ad avere una nuova identità; inoltre, durante l'occupazione nazista nascose, in una cantina di sua proprietà, una famiglia ebrea fino all'arrivo degli Alleati.
·         Don Ugo Corsini (Pievano) e Antonio Gigli (Ufficiale di Stato Civile) salvarono una famiglia di ebrei a Borgo San Lorenzo (Firenze)
·         Don Eugenio Bussa, sacerdote milanese, che salvò molti bambini ebrei nascondendoli, sotto falso nome, nella casa per sfollati di Serina.



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