martedì 31 dicembre 2013

I MIEI PIU' FERVIDI AUGURI... LA MIA POESIA DI NATALE.

LA LUCE DI BETLEMME
O divina Luce di Betlemme, che brilli sulle sciagure umane, tracciando il cammino di ogni uomo buono, donando pace e gioia.
La notte santa avanza; si ode il belare dell’agnello, il lontano latrare dei cani.
Il bue e l’asino, invece accostati al Bimbo Divino, ravvisano e amano il Creator!
Luci celesti e sagome angeliche, illuminano il terreno sfiorito, l’alberata e la siepe, dove, armento e gregge con boari e pastori, dormono stanchi, protetti da pastrani e pistagne.
Gli angeli annunziano: “È nato il Ré, Signore del tempo infinito, germoglio dell’umana salvezza di primordiale memoria”.
Dalla grotta il bimbo vagì, avvolto dalla Vergine in pochi lini, adagiato sullo strame della greppia. Dal diversorio allo stabbio, il giusto Giuseppe ha vegliato il divino travaglio, con la ferula, pugnando le orde erodiane dell’avverso tiranno.
Vennero i poveri e l’altra gente con i Magi ai suoi piedi; scrigni aurei e profumati di doni regali, all’Arcano pargoletto sono donati.
Dopo il gaudio, il dolore, gli innocenti sono trafitti dai fendenti sgualembri e roversi, dell’antico nemico ma il Figlio dell’uomo è salvo nella terra dei faraoni, dove Osiride abdica a Gesù, giudice equanime la psicostasia dell’anima di ogni uomo.
Vieni, Signore Gesù, Tu sei nato, rimani con noi il mondo ha  bisogno di Te!  Amen


Prof. Perrone Pasquale (Docente di Religione)

giovedì 5 dicembre 2013

LA STORIA DEL PRESEPIO...

                                   La Storia del Presepe
Il termine presepe (o presepio) deriva dal latino praesaepe, cioè greppia, mangiatoia, composto da prae = innanzi e
saepes = recinto, ovvero luogo che ha davanti un recinto. Nel significato comune il presepe indica la scena della nascita
di Cristo, derivata dalle sacre rappresentazioni medievali.
Il termine presepe (o presepio) deriva dal latino praesaepe, cioè greppia, mangiatoia, composto da prae = innanzi e
saepes = recinto, ovvero luogo che ha davanti un recinto. Nel significato comune il presepe indica la scena della nascita
di Cristo, derivata dalle sacre rappresentazioni medievali.
                                            Il Presepe antico
Per comprendere il significato originario del presepe, occorre chiarire la figura del lari (lares familiares), profondamente
radicata nella cultura etrusca e latina. I larii erano gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul
buon andamento della famiglia. Ogni antenato veniva rappresentato con una statuetta, di terracotta o di cera, chiamata
sigillum (da signum = segno, effigie, immagine).Le statuette venivano collocate in apposite nicchie e, in particolari
occasioni, onorate con l'accensione di una fiammella.
In prossimità del Natale si svolgeva la festa detta Sigillaria (20 dicembre), durante la quale i parenti si scambiavano in
dono i sigilla dei familiari defunti durante l'anno.In attesa del Natale, il compito dei bimbi delle famiglie riunite nella casa
patriarcale, era di lucidare le statuette e disporle, secondo la loro fantasia, in un piccolo recinto nel quale si
rappresentava un ambiente bucolico in miniatura.
Nella vigilia del Natale, dinnanzi al recinto del presepe, la famiglia si riuniva per invocare la protezione degli avi e lasciare
ciotole con cibo e vino.Il mattino seguente, al posto delle ciotole, i bambini trovavano giocattoli e dolci, "portati" dai loro
trapassati nonni e bisnonni.
Dopo l'assunzione del potere nell'impero (IV secolo), in pochi secoli i cristiani tramutarono le feste tradizionali in feste
cristiane, mantenendone i riti e le date, ma mutando i nomi ed i significati religiosi. Essendo una tradizione molto antica e
particolarmente sentita (perché rivolta al ricordo dei familiari defunti), il presepe sopravvisse nella cultura rurale con il
significato originario almeno fino al XV secolo e, in alcune regioni italiane, ben oltre. 
                                   Il Presepe moderno
Solitamente questa locuzione viene usata per la ricostruzione tradizionale della natività di Gesu' Cristo durante il periodo
natalizio.
Si riproducono tutti i personaggi e i posti della tradizione, dalla grotta alle stelle, dai Re Magi ai pastori, dal bue e
l'asinello agli agnelli, e così via. La rappresentazione può essere sia vivente che iconografica.
I presepi popolari più conosciuti sono quelli di San Gregorio Armeno a Napoli. Evoluzione del presepe moderno
La tradizione, tutta italiana, del Presepe risale all'epoca di San Francesco d'Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la
prima rappresentazione vivente della Natività. Sebbene esistessero anche precedentemente immagini e rappresentazioni
della nascita del Cristo, queste non erano altro che "sacre rappresentazioni" delle varie liturgie celebrate nel periodo
medievale.
Per i primi veri presepi dobbiamo aspettare il XV secolo quando si diffuse l'usanza di collocare nelle chiese grandi statue
permanentemente, tradizione che si diffuse anche per tutto il XVI secolo. Uno dei più antichi, tuttora esistenti, è il
presepe monumentale della Basilica di Santo Stefano a Bologna, che viene allestito ogni anno per Natale.
Dal XVII secolo il presepe iniziò a diffondersi anche nelle case dei nobili sotto forma di "soprammobili" o di vere e proprie
cappelle in miniatura anche grazie all'invito del papa durante il Concilio di Trento poiché ammirava la sua capacità di
trasmettere la fede in modo semplice e vicino al sentire popolare. 
Nel XVIII secolo, addirittura, a Napoli si scatenò una vera e propria competizione fra famiglie su chi possedeva il presepe
più bello e sfarzoso: i nobili impegnavano per la loro realizzazione intere camere dei loro appartamenti ricoprendo le
statue di capi finissimi di tessuti pregiati e scintillanti gioielli autentici. Nello stesso secolo a Bologna, altra città italiana che
vanta un'antica tradizione presepistica, venne istituita la Fiera di Santa Lucia quale mercato annuale delle statuine
prodotte dagli artigiani locali, che viene ripetuta ogni anno, ancora oggi, dopo oltre due secoli.
Con i secoli successivi il presepe occupò anche gli appartamenti dei borghesi e del popolino, ovviamente in maniera meno
appariscente, resistendo fino ai giorni nostri. Origine delle ambientazioni 
Molti ignorano che gran parte delle ambientazioni utilizzate nel presepe derivano dai Vangeli apocrifi e da arcane
tradizioni dimenticate. I Vangeli canonici infatti parlano della natività in modo molto vago tralasciando molti particolari
scenografici.
Tanto per citarne alcuni, il bue a l'asinello, simboli immancabili di ogni presepe, derivano da un'antica profezia di Isaia che dice "Il bue ha riconosciuto il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone". Sebbene Isaia non si riferisse
assolutamente alla nascita del Cristo, l'immagine dei due animali venne utilizzata comunque come simbolo degli ebrei
(rappresentati dal bue) e dei pagani (rappresentati dall'asino).
Anche la stalla o la grotta in cui Maria e Giuseppe avrebbero dato alla luce il Messia non compare nei Vangeli canonici:
sebbene Luca citi i pastori e la mangiatoia, nessuno dei quattro evangelisti parla esplicitamente di una grotta o di una
stalla. Anche quest'informazione arriva dai Vangeli apocrifi. Tuttavia, l'immagine della grotta è un ricorrente simbolo
mistico e religioso per molti popoli soprattutto del settore mediorientale: del resto si credeva che anche Mitra, una divinità
persiana venerata anche tra i soldati romani, fosse nato in una grotta il 25 dicembre.I Re Magi, invece, derivano dal
Vangelo dell'infanzia armeno. 
In particolare, questo vangelo colma le lacune che invece Matteo non risolve, ovvero il numero e il nome di questi
sapienti orientali: il vangelo in questione fa i nomi di tre sacerdoti persiani: Melkon, Gaspar e Balthasar, anche se non
manca chi vede in essi un persiano (recante in dono oro), un arabo meridionale (recante l'incenso) e un etiope (recante
la mirra).
Così i re magi entrarono nel presepe, sia incarnando le ambientazioni esotiche sia come simbolo delle tre popolazioni del
mondo allora conosciuto, ovvero Europa, Asia e Africa.Tuttavia, alcuni aspetti derivano da tradizioni molto più recenti. 
Il presepe napoletano, per esempio, aggiunge alla scena molti personaggi popolari, osterie, commercianti e case tipiche
dei borghi agricoli, tutti elementi palesemente anacronistici. Nel presepe bolognese, invece, vengono aggiunti alcuni
personaggi tipici, la Meraviglia, il Dormiglione e, di recente, la Curiosa. 

domenica 1 dicembre 2013

L'AVVENTO... TEMPO DI ATTESA... DI SPERANZA... DI SALVEZZA!

"Nessuno è salvo, se non accoglie Cristo che viene."


Nel corso dell’anno liturgico, l’Avvento è il tempo che non solo ci prepara a celebrare il ricordo-memoriale della nascita di Gesù Cristo, ma anche il tempo che ci proietta verso la seconda venuta del Figlio di Dio, quando alla fine dei tempi "verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti".


La liturgia illustra le qualità che devono caratterizzare ogni cristiano in questo tempo di grazia spirituale:
  • la vigilanza, virtù specifica di chi vive in fervorosa attesa del Messia Salvatore;
  • la fede, nutrimento e sostegno per accogliere, come Maria, il mistero di Dio divenuto uomo per la nostra salvezza;
  • la speranza, di chi confida nell’amore misericordioso di Dio;
  • la conversione, l’impegno sollecito ed urgente di chi si prepara all’incontro con Cristo;
  • la preghiera, affettuosa invocazione all’Atteso: Vieni, Signore Gesù (Ap 22, 20);
  • la gioia, espressione di un’attesa che si concretizza in una Persona e che si apre al suo completamento nel Regno dei cieli.
L’Avvento è dunque il tempo propizio per far spazio a Cristo, l’unico medico che solo può guarire le nostre debolezze e consolarci con la sua presenza.


giovedì 7 novembre 2013

L'AMICIZIA


ll libro sull’amicizia scritto dal celebre filosofo Aristotele, riporta che esistono tre tipi di amicizia:
- quella fondata sull’utile
- quella fondata sul piacere
- quella fondata sulle virtù

Aggiunge una considerazione su cui riflettere: “a ciascuna corrisponde un ricambio di amicizia non nascosto”. Aristotele marca e ripete molto il fatto che un’amicizia basata sull’utile finirà quando l’interesse finisce e così per il piacere. Se un’amicizia si basa sulle virtù, non finirà se non per un grave torto, ma questo è raro, perché entrambe le persone vogliono il bene per l’altro. Cerchiamo allora di  valorizzare le virtù dell’altro,  senza trarne piacere e utilità anche quando qualche volta possono ferirci.  Gesù nel vangelo ci dice: Perdonate fino a  settanta volte sette (cioè sempre).

                      Leggiamo dalla Bibbia

Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro.
Per un amico fedele, non c’é prezzo, non c’è peso per il suo valore.
Un amico fedele è un balsamo di vita, lo troveranno quanti temono il Signore.
Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia, perché come uno è, così sarà il suo amico. SIRACIDE 6,14-17
Gesù ci dice:

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri , come io vi ho amati.
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.     
Voi siete miei amici , se farete ciò che io vi comando.
Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone ;
ma, vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.
GIOVANNI 15,12-16
tesoro1.jpg (13071 byte)

Non cambiare un amico per interesse, né un fratello fedele per l’oro di Ofir.   (SIRACIDE 7,18)

martedì 5 novembre 2013

Preghiera dello studente

Studente in preghiera
Signore aiutami a studiare,
mantieni sveglia la mia mente
veloce e attenta la mia penna,
fammi fare buon uso del tempo che mi doni
senza sprecare nemmeno un istante,
ma fammi crescere ogni istante
nella Tua grazia e nel Tuo amore,
sotto il Tuo sguardo dolce
e nel Tuo abbraccio caldo di Padre.
Fa’ che il mio studio sia sempre a disposizione
di chi mi è vicino oggi e di chi lo sarà domani,
e se mi costa sacrificio
sia la tua mano forte a sostenermi,
Studentessa in preghiera
e se il prof. mi tratta male
sia il Tuo cuore grande ad incoraggiarmi,
e se la prova mi va male,
sia la tua immensa Grazia
a non farmi abbandonare.
Signore questo non succederà mai
se Tu mi insegnerai a scoprirti
in ogni pagina che sfoglio.
Sussurrami con amore i concetti più difficili
e io non me li dimenticherò mai,
e ogni ora di sudore sarà memorabile,
e ogni pagina che studio
un incontro segreto con Te,
e quando avrò finito il mio cuore scoppierà di gioia
nel vederti sul traguardo
che mi aspetti a braccia aperte
per asciugare il mio sudore
col divino pianto del Tuo Amore. Amen

La Religione non è solo una materia scolastica ... è la tua VITA!

Preghiera del docente

Per essere un buon docente

Ti chiedo perdono, o Dio, di non aver sempre saputo trasmettere ai miei studenti l'entusiasmo per la ricerca. 
Di non essermi preoccupato di stabilire i contatti tra cultura e vita. 
Di aver palesato, sovente, il mio pessimismo per questioni sindacali irrisolte. 
Di essere stato parziale nei giudizi e negli apprezzamenti. 
Di non essermi aggiornato sufficientemente.
Di non aver saputo collaborare con i colleghi. 
Ti prego di ridarmi entusiasmo per la ricerca, per insegnare a me stesso e ai miei studenti la comprensione del mondo nuovo e la capacità di saperci vivere responsabilmente. 
Aiutami a riflettere con i giovani sui massimi problemi del mondo, in modo che la riflessione non sia disgiunta dalla responsabilità operativa. 
Dammi forza per saper incoraggiare o correggere, affinché non cerchi il facile applauso ma la vera stima per il mio lavoro, che dura oltre il tempo e gli anni. 
Tu che sei il Maestro, serviti di me per formare i giovani che le famiglie, la società e la scuola mi hanno affidato. Grazie per l'aiuto che non mi farai mancare. E così sia.