venerdì 24 gennaio 2014

La shoah: Giorno della memoria 27 gennaio…


“Non dimenticarmi. Diario dal lager di un’adolescenza perduta”
                    






                   






                     Helga Deen biografia

Helga Deen ed i suoi familiari , il padre Willy, la madre Käthe Wolff e il fratello Klaus Gottfried, tutti di religione ebraica abitavano a Tilburg, nel sud dei Paesi Bassi .
Helga nata il 6 aprile del 1925 , a 18 anni frequentava l’ultimo anno delle scuole superiori prima del suo arresto . I nazisti , dopo l’entrata nel paese , cominciarono subito a mettere in atto la caccia agli Ebrei con sistematici rastrellamenti di massa . Suo padre era responsabile dell’«Ufficio permessi di trasporto» della comunità ebraica locale e questo risparmia alla famiglia la deportazione , almeno fino all’ aprile 1943. Nel febbraio dello stesso anno , la famiglia Deen viene sfrattata dalla propria casa di Pelgrimsweg 45, data poi in affitto ad un ispettore di polizia , ed il 1° giugno 1943 fu deportata, insieme a tutti gli Ebrei di Tilburg , sulla base di una delazione, nel campo di concentramento di Vugh a pochi chilometri a nord della città . È qui, dopo l’arrivo, che Helga comincia a scrivere la sua cronaca dell’inferno. Si rivolge a Kees van den Berg , il ragazzo con cui ha avuto una storia d’amore e che non rivedrà mai più. Gli scrive: «Forse questo diario ti deluderà perché non contiene fatti. Ma forse sarai felice di trovare me tra queste righe: i conflitti, i dubbi, la disperazione, la timidezza». Riuscì a far avere al suo fidanzato il Diario ed altre sue piccole cose (tra cui una penna stilografica, alcune lettere e cartoline e una ciocca di capelli) racchiuse in una borsetta . Un mese dopo , come avvenne con Anna Frank , furono trasferiti al Campo di raccolta di Westerbork presso Midden-Drenthe e da qui , il 16 luglio 1943 nel campo di sterminio di Sobibór in Polonia, dove l'intera famiglia venne uccisa. Kee van den Berg, fotografo di professione , lo ha tenuto nascosto come una reliquia fino alla morte, avvenuta nel 2004. Il figlio Conrad lo ha poi fatto avere all'archivio storico di Tilburg .

giovedì 23 gennaio 2014

UNO DEI TANTI GIUSTI... UN SEMPLICE MURATORE CHE NON HA TEMUTO DI PERDERE LA VITA.

                                       Lorenzo Perrone Giusto della shoah scritto nella Yad vashem

Primo Levi, chimico ebreo e futuro scrittore, deportato ad Auschwitz all’inizio del 1944, un giorno d’estate sta lavorando duramente per costruire un muro, quando sente parlare con accento del suo Piemonte. Scopre che si tratta di lavoratori civili italiani mandati a Monowitz dalla ditta Boetti per realizzare lavori di muratura. Levi riesce ad avvicinare uno di loro, Lorenzo Perrone, e a metterlo al corrente della terribile condizione dei deportati. Da quel momento fino al dicembre 1944, il muratore ruberà del cibo dalla cucina per sfamarlo, gli procurerà una maglia per riscaldarsi e terrà la corrispondenza con la sua famiglia; tutto questo senza chiedere nulla in cambio, per puro altruismo. Tramite Perrone, addirittura, la madre Anna Maria e la sorella Ester, che vivono nascoste, riescono a recapitare a Levi dall’Italia un pacco contenente cioccolato, biscotti, latte in polvere e abiti. A poco a poco il fronte si avvicina e i lavoratori devono essere rimandati a casa. L’ultimo incontro fra i due avviene dopo un pesante bombardamento alleato, quando Lorenzo si scusa perché nella sua minestra è finito del fango dopo l’esplosione di una bomba, ma non fa pesare il fatto di essere rimasto ferito a un timpano. Grazie a lui Primo ritrova la forza per resistere, la speranza contro la disperazione del lager, come ricorda in I sommersi e i salvati: “Per quanto di senso può avere il voler precisare le cause per cui proprio la mia vita, fra migliaia di altre equivalenti, ha potuto reggere alla prova, io credo che proprio a Lorenzo debbo di essere vivo oggi; e non tanto per il suo aiuto materiale, quanto per avermi costantemente rammentato, con la sua presenza, con il suo modo così piano e facile di essere buono, che ancora esisteva un mondo giusto al di fuori del nostro, qualcosa e qualcuno di ancora puro e intero, di non corrotto e non selvaggio, estraneo all’odio e alla paura (…) per cui tuttavia metteva conto di conservarsi (…). La sua umanità era pura e incontaminata (…). Grazie a Lorenzo mi è accaduto di non dimenticare di essere io stesso un uomo”.
Dopo la fine della guerra, tornato a Torino, Levi prende contatto con Perrone e lo va a trovare a Fossano. In seguito provvede al suo ricovero per curare la tubercolosi che gli sarà fatale e dà il nome Lorenzo ai propri figli in suo onore. Nei libri Se questo è un uomo e Lilit e altri racconti lo ricorda con profonda gratitudine.

Il 7 giugno 1998, Yad Vashem riconosce Perrone come Giusto fra le Nazioni. Il suo è il dossier 3712.

                                                                                         Prof. Perrone Pasquale

IL 27 GENNAIO.... GIORNO DELLA MEMORIA... OLOCAUSTO... SHOAH

 UN SEGNO PER NON DIMENTICARE IL PIU’ GRAVE CRIMINE CONTRO L’UMANITA’                
« Chi salva una vita, salva il mondo intero » (Talmud)
Il museo Yad Vashem o Museo dell'Olocausto (Ebraico: יד ושם) è il memoriale ufficiale di Israele delle vittime ebree dell'olocausto fondato nel 1953 grazie alla Legge del memoriale approvata dalla Knesset, il parlamento Israeliano. Il nome del museo, che significa "un memoriale e un nome", viene dal libro di Isaia 56:5, dove Dio dice, "concederò nella mia casa e dentro le mie mura un memoriale e un nome ... darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato".
Il museo è composto da una sala memoriale, un museo storico, una galleria d'arte, una Sala dei Nomi, un archivio, "la valle delle comunità perdute" ed un centro educativo. Presso il museo esiste un Giardino dei Giusti, dove vengono onorati i Giusti tra le nazioni che, spesso a rischio della propria vita, salvarono degli ebrei dallo sterminio.
Un piccolo giardino ed una targa sul pavimento del museo, inoltre, sono dedicati ai cittadini di Le Chambon-sur-Lignon, località della Francia, che durante la Seconda guerra mondiale resero la propria cittadina un rifugio per gli ebrei in fuga dal Nazismo.
Dal 1964 al 2012 presso lo Yad Vashem risultano registrati oltre 500 giusti tra le nazioni di cittadinanza italiana.
·         la professoressa Maria Amendola.
·         il pastore avventista Daniele Cupertino, sua moglie Teresa Morelli, a Roma.
·         il pastore valdese Tullio Vinay, a Firenze.
·         don Vincenzo Fagiolo e il cardinale Pietro Palazzini collaborarono a Roma per salvare molti ebrei.
·         Carlo Angela, medico e antifascista piemontese (padre di Piero Angela) nascose nella sua clinica di San Maurizio Canavese numerosi ebrei e antifascisti, facendoli passare per malati. La sua azione è rimasta sconosciuta per mezzo secolo, fino a quando uno degli ebrei salvati da lui, Renzo Segre, l'ha raccontata nel libro Venti mesi (Sellerio, 1995).
·         Giacomo Bassi, segretario comunale in Lombardia, nascose una famiglia salvandola dalla deportazione.
·         Don Arrigo Beccari e il dottor Giuseppe Moreali nascosero un centinaio di bambini presso Nonantola. Furono i primi italiani registrati fra i Giusti. Dalla loro storia venne tratto il film Arrivederci Ragazzi.
·         Don Michele Carlotto dalle valli del Pasubio fece scappare in Svizzera una quarantina di ebrei slavi lì confinati.
·         Odoardo Focherini, assicuratore di Carpi, con l'aiuto di don Dante Sala mise in piedi un'organizzazione di salvataggio degli ebrei. Catturato dai nazisti e deportato, morì nel campo di concentramento di Hersbruck presso Flossenbürg. È stato beatificato nel 2013.
·         Monsignor Giuseppe Placido Nicolini, vescovo di Assisi, e don Aldo Brunacci nascosero 300 ebrei.
·         Don Beniamino Schivo, canonico della basilica cattedrale di Città di Castello e rettore del seminario diocesano, salvò una famiglia ebrea anche grazie all'aiuto delle suore Piccole Ancelle del Sacro Cuore.
·         Giovanni Palatucciquestore di Fiume, in cui egli aiutò gli ebrei dopo le leggi razziali fasciste del 1938 e ne salvò 5000 durante la guerra, fino all'arresto da parte dei nazisti: morì in campo di concentramento a Dachau. La Chiesa cattolica lo ha proclamato Servo di Dio.
·         Don Arturo Paoli salvò una coppia di ebrei a Lucca.
·         Giorgio Perlasca, commerciante padovano, contribuì a salvare numerosissimi ebrei a Budapest spacciandosi per un diplomatico spagnolo. Sulla sua storia il giornalista Enrico Deaglio ha scritto il libro La banalità del bene (ISBN 88-07-81233-9), da cui è stato tratto il film per la televisione Perlasca - Un eroe italiano.
·         Francesco Repetto, presbitero.
·         Raimondo Viale, presbitero.
·         Gino Bartali, ciclista, trasportò, all'interno della sua bicicletta, dei documenti falsi per aiutare gli ebrei ad avere una nuova identità; inoltre, durante l'occupazione nazista nascose, in una cantina di sua proprietà, una famiglia ebrea fino all'arrivo degli Alleati.
·         Don Ugo Corsini (Pievano) e Antonio Gigli (Ufficiale di Stato Civile) salvarono una famiglia di ebrei a Borgo San Lorenzo (Firenze)
·         Don Eugenio Bussa, sacerdote milanese, che salvò molti bambini ebrei nascondendoli, sotto falso nome, nella casa per sfollati di Serina.



venerdì 3 gennaio 2014

EPIFANIA ... MANIFESTAZIONE DI DIO... alla creatura umana.

Domanda: "Cos’è la rivelazione generale e la rivelazione speciale?"

Risposta:La rivelazione generale e la rivelazione speciale sono i due modi attraverso i quali Dio ha scelto di rivelare Sé Stesso all’umanità. La rivelazione generale si riferisce alle verità generali che possono essere conosciute su Dio attraverso il supernaturale.

La rivelazione speciale, invece, riguarda come Dio ha scelto di rivelare Sé stesso attraverso azioni miracolose. La rivelazione speciale include le apparenze fisiche di Dio, i sogni, le visioni, la Parola scritta di Dio e di maggior importanza- Gesù Cristo. La Bibbia menziona l’apparizione di Dio, nella Sua forma fisica, molte volte (Genesi 3:8, 18:1, Esodo 3:1-4, 34:5-7) e la Bibbia parla anche di Dio che parla alla gente attraverso i sogni (Genesi 15:1; Ezechiele 8:3-4; Daniele 7; 2Corinzi 12:1-7).

L'Epifania è la Rivelazione della Persona di Cristo Gesù. Dio divenne un essere umano (Giovanni 1:1,14). Ebrei 1:1-3 riassume bene il concetto: “Iddio, dopo aver in molte volte e in molte maniere parlato anticamente ai padri per mezzo de' profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi mediante il suo Figliuolo, ch 'Egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale pure ha creato i mondi; il quale, essendo lo splendore della sua gloria e l'impronta della sua essenza e sostenendo tutte le cose con la parola della sua potenza, quand'ebbe fatta la purificazione dei peccati, si pose a sedere alla destra della Maestà ne' luoghi altissimi.” Dio divenne un essere umano nella Persona di Gesù Cristo, per identificarsi con noi, per darci un esempio, per insegnarci, per rivelare Sé stesso a noi, e più importante di tutto, per provvederci la salvezza umiliando Sé stesso con la morte sulla croce (Filippesi 2:6-8). Gesù Cristo è la “rivelazione speciale” finale e completa di Dio.             IL TESTO CHE SEGUE E' LA MIA PREGHIERA PER L'EPIFANIA 2014:
EPIFANIA DEL SIGNORE
Siamo venuti a mirare la tua nascita, in mezzo a noi.
Lieti e compiacenti del tuo dono, anche se ingrati, inginocchiati, Ti preghiamo: Perdonaci o Signore!
Mille popoli e tanta gente; ognuno ha portato un dono e Ti chiede una grazia. A ogni cuore contrito donala o Signore.
Prostrati e genuflessi Ti adoriamo, un bel sorriso gioioso TI doniamo e a tutti siamo uniti per il tuo creaturale amore.
Amore primo e ultimo nel cosmo eterno del Padre; Essenza incarnata nelle umane tenebre che schiude la divina invisibile indifferenza e nell’intimo invade l’anima di ogni fedele.
Grazie Santa Madre per il dono di Dio, Gesù. Grazie Gesù per il tuo filantropico amore e per tutte le creature; il mio cuore è tuo. Amen.

 Prof. Perrone Pasquale (Docente di Religione)